Ciclo dei Salinari
Ciclo dei Salinari
Un blu scuro opaco appena solcato da un bianco ben poco luminoso, con tracce profonde di grigio è protagonista e leit-motif della collezione dei dipinti esposta.
Si presentano coloristicamente così al pubblico le opere dedicate ai salinari (operai nelle miniere di salgemma di Lungro ) composte da scene di dolorosa compartecipazione sociale, una delle tematiche frequentate dall’autore.
La cui ricerca poetica è strettamente legata al luogo natio, Lungro, piccolo borgo amato, vissuto, osservato, carico di echi ed istanze profonde, etniche, religiose, sociali, naturalistiche.
Il pennello di Francesco Senise conosce anche una tavolozza diversa da quella sopradescritta, e la sua arte spazia in generi pittorici anche più ameni e rasserenanti, come i paesaggi confortanti, dai caldi colori di quel suo piccolo pezzo di Calabria che rappresenta, per chi come lui appartiene al popolo Arberesh, una meta raggiunta faticosamente, amata, radicata giorno per giorno nel cuore di chi cercava una patria per coltivare un sogno di libertà e di pace.
Questo piccolo paese conserva la fierezza e la passionalità di chi, in cerca della libertà, lo ha scelto, lo ha eletto, consapevolmente, a Patria.
Ma questa amata patria, fondata e trapiantata nel cuore come terra promessa è anche crocevia,“lieu de rencontre” di istanze religiose, le spiritualità cristiana d’oriente e d’occidente a Lungro si raggiungono e si abbracciano, consacrando un importantissimo nodo tra Chiesa Cattolica Romana e Chiesa Greco Ortodossa.
Questi alti valori hanno forgiato una comunità di persone che nei secoli ha condiviso ogni più piccolo aspetto della vita quotidiana.
Francesco Senise è il portato di questa comunità che secoli fa ha eletto questa terra in provincia di Cosenza come Patria e per secoli l’ha vissuta come tale, unita dal linguaggio dei padri, da semplici regole di vita, da una medesima cultura, stretta intorno ad una stessa spiritualità intensa che la sanava della condizione di esiliata, mantenendola schiva ad ogni contaminazione.
Permeati da una fede profonda ed uniti dalla comune devozione alla libertà trovata nella Patria eletta, gli Arberesh di Lungro si sono preservati integri ed incontaminati come il loro linguaggio che li contraddistingue come un gruppo sanguigno geneticamente ereditato dai padri.
I dipinti del ciclo considerato pertanto rappresentano la memoria collettiva della sofferenza di un popolo, abbrutito dal lavoro della miniera.
Ciclo che, come già detto, è contraddistinto da un uso duro ed opaco del colore, in cui solo rarissimamente balugina qualche tocco di rosso (simbolo per eccellenza del dolore), o le tinte dei vessilli o il riflesso delle torce sulle pareti di salgemma che crea giallognoli bagliori.
I dipinti esposti, tutti figurativi, oltre che della durezza del colore si nutrono anche di un’asprezza di segno che vuole sottolineare il dolore provato dall’autore dipingendo, oggi, quelle sofferenze patite dagli uomini delle miniere ormai chiuse da decenni.
Nessuna ricerca di aderenza alla verità fisica dei soggetti, piuttosto la ricerca di un’essenzialità fisica, sintetica, del dolore.
Le linee sono misurate ed il moto ascensionale dei dipinti lento, affaticato dai carichi da trasportare, alcune tele pare si avvolgano lentamente sui personaggi i cui corpi formano una spirale senza fine, come il lavoro nella miniera, incessantemente staziante ed umiliante.
Da ultimo occorre rilevare un sottile sentimento religioso che sottende tutte le scene e che si manifesta nella pacatezza della sofferenza, nel senso dell’obbedienza, nella misuratezza di gesti pur dolenti.
I volti, pallidi, attoniti, carichi di una atavica forza di sopportazione, le sottili strisce che circondano il capo dei minatori, strumenti stigmatizzanti quel lavoro, appaiono trasformati e sublimati da questo respiro di diffusa religiosità che tempera, talora, la drammaticità delle immagini, presagio di conforto nella Fede, proposta sottesa d’ identificazione dello sconosciuto minatore nel Cristo medesimo.
Firenze, 24 Febbraio 2014
Prof.ssa Emanuela Catalano
Storico e critico d’arte
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Pro.ssa Emanuela Catalano [Storico e critico dell'arte]
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